L’istituzione del dipartimento è prevista dal D.L.vo n.297/1994 Testo unico, che all’art. 7 recita: “Il collegio dei docenti si articola in dipartimenti disciplinari e interdisciplinari e in organi di programmazione didattico-educativa e di valutazione degli alunni“.
Ciascuna Istituzione Scolastica, generalmente, individua il numero di Dipartimenti Disciplinari da attivare, utilizzando dei criteri che possono essere:
- istituzione di un dipartimento per ogni materia o per materie affini (Dipartimento di Matematica e Fisica, Dipartimento di Lettere, Dipartimento di Scienze);
- istituzione di un dipartimento per ogni area disciplinare (Dipartimento dell’area letteraria; Dipartimento dell’area logico-matematica, etc.)
In sede di dipartimento disciplinare, i docenti sono chiamati a:
- concordare scelte comuni inerenti al valore formativo e didattico-metodologico,
- programmare le attività di formazione/aggiornamento in servizio,
- comunicare ai colleghi le iniziative che vengono proposte dagli enti esterni e associazioni,
- programmare le attività extracurricolari e le varie uscite didattiche.
Durante le riunioni di dipartimento, i docenti:
- discutono circa gli standard minimi di apprendimento, declinati in termini di conoscenze, abilità e competenze,
- definiscono i contenuti imprescindibili delle discipline, coerentemente con le Indicazioni Nazionali,
- individuano le linee comuni dei piani di lavoro individuali.
Oltre alla mera “scelta” dei nuclei fondanti delle discipline, in sede di dipartimento dovrebbero essere avviate delle riflessioni didattiche, pedagogiche, metodologiche ed epistemologiche, volte a migliorare il processo di insegnamento/apprendimento. È bene ricordare che l’azione didattica deve favorire l’apprendimento da parte del discente, quindi un confronto diretto può di certo far sì che ciascun docente possa far tesoro delle esperienze realizzate dai colleghi. Ogni docente attiva delle metodologie proprie e che egli stesso ritiene più idonee di altre, ma il concetto di metodologia più idonea può essere fine a sé stesso, in quanto le proprie “tecniche” devono essere sempre in fieri, perché diversi sono i contesti e diverse sono le cose che necessitano di risposte differenti.
Da diversi anni, molte scuole affidano ai dipartimenti anche la redazione di prove d’ingresso comuni a tutte le classi, generalmente prime e terze, per valutare i livelli degli studenti e attivare le strategie più idonee per l’eventuale recupero e per la verifica del raggiungimento degli obiettivi inerenti agli anni scolastici pregressi.
Compito dei dipartimenti è anche la progettazione degli interventi di recupero, la valutazione delle proposte di adozione dei libri di testo e l’acquisto di materiale utile per la didattica.
In un contesto così importante, qual è il ruolo del coordinatore del dipartimento?
Il coordinatore viene nominato dal Dirigente Scolastico, oppure può essere eletto dai membri del Dipartimento stesso. Il ruolo del coordinatore del dipartimento ha un’importanza fondamentale nell’organizzazione dei lavori di questa importantissima articolazione del Collegio dei Docenti. Infatti, tale figura deve essere ricoperta da docenti che siano molto esperti in campo didattico, dove l’esperienza non corrisponde all’anzianità di servizio, ma a una serie di fattori che si acquisiscono non obbligatoriamente andando avanti negli anni.
Il coordinatore deve essere il moderatore del dibattito, deve essere un profondo conoscitore della normativa vigente e ricordare ai colleghi che il Presidente della Repubblica ha emanato, in data 15 marzo 2010, i Regolamenti di riordino dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali. Inoltre, l’Indire mette a disposizioni su tre siti distinti tutta la documentazione in materia di Nuove Indicazioni.
Alla luce di ciò, i coordinatori hanno il compito di sottolineare gli elementi di novità, già introdotti da 4 anni, focalizzando l’attenzione sul concetto di competenza e sul nuovo modo di programmare.
Purtroppo, soprattutto in un contesto di scuola secondaria di secondo grado, si pone spesso scarsa attenzione alla fase di programmazione e i momenti di vero confronto sono pochi. Forse bisognerebbe, come nella scuola primaria, avviare dei percorsi obbligatori dedicati alla programmazione?
Forte della sua preparazione in materia didattica, il coordinatore deve quindi illustrare gli elementi di novità e favorire il dibattito, curando anche l’aspetto di relazione con la dirigenza in merito a quanto emerso da tale dibattito. Dal confronto emergeranno nuove idee e proposte di cui si farà garante.
Nell’elaborazione dei “nuclei fondanti” il coordinatore deve ricordare ai colleghi che le Nuove Indicazioni, pur lasciando grandissima autonomia di contestualizzazione nelle varie realtà, danno delle precise direttive su cosa va fatto nel primo biennio, nel secondo biennio e al quinto anno.
La discussione sulla “fattibilità” o meno di quanto espresso nei documenti ministeriali può essere di certo utile, ma allo stesso tempo non autorizza a ignorare l’introduzione di questi elementi di novità.
Per tale ragione il coordinatore deve essere promotore dell’adeguamento alle novità, anche se sarà compito del singolo docente portare avanti quanto stabilito in sede di dipartimento. Non è possibile fare didattica alla vecchia maniera, non si può continuare a fare come si è sempre fatto, la scuola di oggi non è “progettata” per continuare a fare ciò che si è sempre fatto. Vi è un vero e proprio salto dimensionale che vede al centro di tutto lo sviluppo delle competenze.
Proprio per questo, il coordinatore deve ricordare ai docenti che le varie Raccomandazioni del Parlamento Europeo, il Documento Tecnico n.139 del 22 agosto 2007 e i Regolamenti del riordino degli istituti d’istruzione secondaria superiore e non solo, sono progettati mettendo in primo piano le competenze.
Questa attenzione è dovuta al fatto che il mondo di oggi è in rapida evoluzione e i giovani di oggi sono soggetti a cambiamenti molto repentini, di conseguenza la scuola non può continuamente adeguarsi a una tale evoluzione, ma deve piuttosto fornire gli strumenti necessari per muoversi all’interno di tale realtà molto complessa. Per tale ragione, tra le competenze chiave di cittadinanza, troviamo anche la competenza “imparare ad imparare“.
Le riunioni di Dipartimento sono convocate almeno in quattro momenti distinti dell’anno scolastico:
- prima dell’inizio delle attività didattiche (settembre) per stabilire le linee generali della programmazione annuale alla quale dovranno riferirsi i singoli docenti nella stesura della propria programmazione individuale;
- all’inizio dell’anno scolastico (fine settembre) per concordare l’organizzazione generale del Dipartimento (funzionamento dei laboratori e/o aule speciali, ruolo degli assistenti tecnici, acquisti vari, ecc…), proporre progetti da inserire nel P.O.F. da realizzare e/o sostenere e discutere circa gli esiti delle prove d’ingresso;
- al termine del primo quadrimestre (inizio febbraio) per valutare e monitorare l’andamento delle varie attività e apportare eventuali elementi di correzione;
- prima della scelta dei libri di testo (aprile-maggio) per dare indicazioni sulle proposte degli stessi.
Si rammenta inoltre che compete al Dipartimento la revisione dei criteri e delle griglie di valutazione distinte per biennio e triennio, la revisione dei criteri e delle griglie di valutazione del comportamento, la definizione azioni di integrazione e definizione di massima delle programmazioni per obiettivi minimi e/o differenziati per gli alunni disabili, la formulazione di proposte di revisione del POF.
Molte scuole inseriscono sui propri siti web le varie programmazioni di Dipartimento, in cui vengono messe per iscritto tutto ciò che è stato detto in questo intervento.